Per gli ebanisti e gli artigiani della lavorazione del legno, questo non è di certo un mistero: poiché gli alberi sono nella terra e si nutrono anche di acqua, oltre che di altre sostanze, nel momento in cui vengono recisi per fornire il legno da lavorare, non si liberano immediatamente dell’umidità che hanno accumulato al loro interno.
Nessun falegname infatti penserebbe di mettersi a lavoro, prima di avere la certezza di aver acquistato solo legname sottoposto a stagionatura!
Fin quando il legno non trova infatti un equilibrio con l’ambiente in cui viene inserito, esso continuerà ad assorbire ed emettere umidità.
Pertanto, la stagionatura del legno è un’operazione necessaria, se s’intende lavorare il legno massello per realizzare mobili o altri oggetti, per creare supporti strutturali per gli edifici, ma anche se si acquista la legna da ardere.
Nel caso del legno massello, ovvero quello ricavato direttamente dal tronco dell’albero, esso necessita di un’essiccazione per ridurre le torsioni interne, che dopo un po’ di tempo potrebbero farlo piegare e curvare.
Dunque, a prescindere dal fatto che tu abbia una preferenza per il tipo di legno per i mobili come faggio, quello di palissandro, di Sheesham, di Teak, di bambù o altri ancora come il mango, devi sapere che prima di essere trasformato in mobili, il tuo legno deve subire un processo di stagionatura, indispensabile per:
- eliminare l’umidità in esso presente
- aumentare la durabilità
- ridurre il peso
- ridurre la possibilità di indebolimento e di infestazione da insetti nocivi e muffe
- migliorare le proprietà di carico, l’isolamento termico e l’isolamento elettrico
- favorire altre caratteristiche, come la capacità adesiva di collanti, vernici e lucidi
- migliorare il mantenimento dei trattamenti conservanti.
Tipi di stagionatura del legno
La stagionatura del legno può essere effettuata direttamente sull’intero tronco oppure sui pezzi già tagliati, e può avvenire in diversi modi.
I metodi più comuni sono: la stagionatura all’aria e la stagionatura in forno.
La stagionatura all’aria avviene in luoghi appositi, come capannoni, in cui c’è sicuramente una copertura che protegge il legname dalle intemperie e dalla luce del sole diretta, ma che permette comunque il deflusso dell’aria.
L’aria può essere naturale oppure artificiale, ottenuta quest’ultima soprattutto in camere climatiche a temperatura controllata.
Per poter essere essiccati all’aria, i pezzi di legno vengono disposti in modo che tra loro ci sia abbastanza spazio per fare passare l’aria e senza essere quindi addossati l’un l’altro.
Inoltre, per evitare un’essiccazione troppo rapida, che potrebbe indebolire il legno e creare spaccature e inconvenienti durante la lavorazione, le estremità dei pezzi di legno vengono sigillate con un sigillante specifico oppure coperte.
La stagionatura del legno all’aria è un processo che può durare dai 6 ai 9 mesi, in base al periodo dell’anno e al clima, ed è più lento per le specie di legname più dure.
La stagionatura artificiale del legno avviene in forni appositi ed è molto più rapida rispetto a quella che avviene all’aria.
I principali metodi di stagionatura in forno sono 2: progressivo e a compartimento.
Nel forno progressivo, i pezzi di legno entrano da un’estremità, trainati da un carrello, e attraversano camere con diverse condizioni d’aria e temperature, per asciugare il legno in maniera progressiva.
Il legno stagionato col processo a compartimenti viene inserito in un unico stabile, per essere sottoposto a condizioni variabili fino all’avvenuta rimozione dell’umidità.
Questo processo di stagionatura, rispetto a quello che avviene all’aria, è molto più rapido; tant’è che bastano pochi giorni per ottenere un buon risultato!